Biografia

E' nata a Milano, da madre milanese e da padre calabrese e così ha in dono, per sorte, un talento composito: saprà sempre fondere e armonizzare in se la scabra, creativa praticità milanese e l'antica, nobile fierezza della gente calabra. Su tutto, esso pure innato, lo struggente amore per l'Arte, che è luce e forza. Completati gli studi superiori, Francesca frequenta per sei anni il prestigioso corso "Artefici" all'Accademia di Brera. Poi il lavoro, il matrimonio, la maternità, l'allontanano apparentemente dall'Arte, ma questa -tenace come pianta di cappero- cresce in verticale e trova sostanza dove c'è appiglio alla fantasia, alla sorpresa, al sogno: l'artista matura in un ventaglio di capacità. Ma la vita non è sempre ghirlanda di fiori e di raggi, è anche catena di dolore, di lutti, di sofferenze fisiche... E allora, discreta l'Arte si fa da parte, resta tuttavia vivida scintilla sotto la cenere del tempo... Forte come la donna dei proverbi, Francesca riesce a superare la triste vedovanza, e ancora una terribile malattia, seguita da una lunghissima convalescenza. Le occorre molto coraggio: è allora che l'indomita scintilla diventa un tenero hobby cui ricorrere quando il cuore si fa pesante. E' anche tempo di studio e meditazione. Finalmente il cielo torna sereno, l'unica figlia va, sposa felice, per la sua strada.
Francesca nel tempo ritrovato risente, prepotente e inequivocabile, il richiamo dell'Arte. Non più hobby, bensì affascinante vocazione. L'artista ritrova se stessa, torna a Brera, al corso "Artefici" e di nudo, affina gli studi, si impadronisce delle tecniche più avanzate sotto la guida di Maestri famosi, e sono anni di grande attività.
Quando si sente pronta per offrirsi al pubblico compie lunghi viaggi, accumula visioni e immagini e finalmente accetta di confrontarsi con gli artisti stranieri. Espone in Russia, a Cipro, in Cina, in India, nel Regno Unito, nelle Seychelles, a Cuba, in Francia.
Miete consensi, riconoscimenti, accumula premi. Una sua opera viene esposta al Museo nazionale di Pechino. Ha veramente trovato la sua libertà di espressione, è pittrice volitiva, studiosa della realtà; attenta osservatrice trasfigura il mondo che la circonda per riproporcelo in polivalenza di espressioni, diversità di accenti, in opere avvincenti.
La sua tematica è complessa, spazia dai fiori agli animali, alla figura. Deliziosi paesaggi, cavalli in corsa, delicatissimi e virginei nudi, vividissime nature morte e struggenti maternità. E perche' no? Affettuosi scorci della sua Milano. Ma è anche artista di rari sentimenti, di forti emozioni.
Trascinata da un grande entusiasmo umano, sa infondere nelle sue tele la delicatezza, la sensibilità, la ricchezza del suo animo, perché in effetti è questa la sua tavolozza: è qui che intinge il suo pennello. Autenticità, mai finzione, spontaneità, mai artificio: la sua Arte è sempre fervida, appassionata, coinvolgente. Ogni suo quadro è un altare alla grazia, all'armonia, un atto d'amore verso la natura e l'umanità.
I suoi colori? Caldi, pastosi, puri, delicati. Dosati con sapienza e maestria, creano suggestivi giochi di luci e di ombre, voci e pause. Allo sguardo dell'intenditore talvolta illanguidiscono fino a spiritualizzarsi. Colori che hanno trasparenza di preghiera e sembrano attinti dagli arcobaleni del buon Dio. Ecco Francesca Fiumanò: un'artista dotata di una personalissima eleganza di stile, una singolare intensità espressiva, grande sensibilità. Nel colore sa infondere poesia per offrirci opere che parlano al cuore.

Ines Belski Lagazzi

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